I batteri intestinali possono influenzare l’invecchiamento del cervello?

coppia_alzhaimer

Le malattie neurodegenerative, quali l’Alzheimer e il Parkinson, portano a un costante declino cognitivo e/o motorio, riducendo enormemente la sua qualità di vita. Studi recenti suggeriscono un possibile coinvolgimento dell’asse microbiota-intestino-cervello nella genesi e progressione di queste malattie.

Conoscere e trattare le malattie neurodegenerative è un problema che diventa sempre più attuale, complici l’invecchiamento della popolazione e una maggiore aspettativa di vita. Le malattie neurodegenerative rappresentano un gruppo di patologie croniche, che includono la malattia di Alzheimer e la malattia di Parkinson, che portano a un costante declino cognitivo e/o motorio, riducendo enormemente la qualità di vita del paziente e dei suoi familiari. I meccanismi alla base di queste patologie non sono ancora del tutto noti. Si tratta di malattie ad evoluzione lenta ma progressiva, causate da molteplici elementi genetici ed ambientali. 

Studi recenti suggeriscono un possibile coinvolgimento dell’asse microbiota-intestino-cervello nella genesi e progressione di queste malattie. Il microbiota gastrointestinale, inteso come l’insieme di microbi (batteri, funghi, lieviti) che colonizzano il tratto che va dalla bocca fino all’intestino, è in costante comunicazione con il sistema nervoso centrale sia in maniera indiretta, tramite il circolo sanguigno, sia in maniera diretta, attraverso il sistema nervoso autonomo (in particolare il nervo vago), il trigemino nella bocca e nel rinofaringe e i recettori olfattivi nel tetto della cavità nasale.

Si pensa che l’alterazione nella composizione del microbiota, condizione definita “disbiosi”, porti ad alterazioni dell’asse microbiota-intestino-cervello, influenzando la progressione della patologia neurodegenerativa attraverso:

  • Il meccanismo immunologico, ossia l’attivazione di cellule infiammatorie del sistema immunitario che vanno ad indurre infiammazione a carico del sistema nervoso centrale
  • Il meccanismo chimico, ossia l’induzione di tossicità ossidativa sia a causa dell’eccesivo rilascio di radicali liberi sia con la minor produzione di fattori antiossidanti di origine microbica
  • Il meccanismo infiammatorio, ossia il rilascio di migliaia di molecole microbiche potenzialmente dannose, che possono andare ad intaccare direttamente ed indirettamente il sistema nervoso centrale, come la produzione di proteine amiloidi microbiche
  • Il meccanismo genetico, ossia la presenza di un particolare assetto genetico dell’individuo che porta ad una maggior presenza di specie microbiche “sfavorevoli” a discapito di quelle “favorevoli”

Una modulazione dell’asse microbiota-intestino-cervello è sempre più preso in considerazione nel mondo scientifico come linea di trattamento coadiuvante nelle malattie neurodegenerative. Un esempio è la recente approvazione di un farmaco prebiotico in Cina che, agendo sulla composizione del microbiota intestinale, verrà utilizzato nel trattamento della malattia di Alzheimer. Tuttavia, la ricerca non è ancora completamente concorde sul tema del possibile coinvolgimento dell’asse microbiota-intestino-cervello nella genesi e progressione di queste malattie.