Sfatiamo il detto “Buon vino fa buon sangue”. Diversi studi mostrano come l’etanolo contenuto nel vino, quando bevuto in quantità considerevoli e continuative, porterebbe ad un aumento del rischio di patologie cardiovascolari e tumorali.
“Buon vino fa buon sangue” è un detto che molti di noi hanno sentito pronunciare spesso, ad indicare gli effetti benefici del vino sulla salute di cuore e vasi. L’idea si è consolidata con il famoso “paradosso francese”, nato negli anni ’90, in cui si osservava un minor rischio di ischemia miocardica nella popolazione francese nonostante una dieta ricca di grassi saturi. Si ipotizzò che l’azione protettiva fosse dovuta al consumo moderato di vino rosso e alle sostanze contenute al suo interno.
I meccanismi di protezione ipotizzati erano:
- miglioramento del rapporto colesterolo LDL e HDL;
- diminuzione dell’aggregazione piastrinica e quindi minor rischio di trombosi;
- aumento della sensibilità cellulare all’insulina;
- presenza di antiossidanti, come il resveratrolo.
Ad oggi, l’effetto protettivo cardiovascolare del vino non è ancora molto chiaro e sempre più dati portano a pensare che il paradosso francese non fosse legato al consumo di vino rosso ma alla presenza di fattori “confondenti” come un elevato apporto di frutta e verdura, una maggiore attenzione allo stile di vita e un miglioramento della condizione socio-economica francese.
Inoltre, nuovi dati mostrano come le dosi moderate di vino rosso a cui erano state attribuiti gli effetti protettivi sulle patologie ischemiche siano associate ad un aumento del rischio di altre patologie cardiovascolari (fibrillazione atriale e ipertensione arteriosa) e patologie tumorali. Per ogni 10 grammi di etanolo consumato (meno del quantitativo contenuto in un bicchiere di vino) si osserva un aumento del rischio di cancro alla mammella (10%), al colon (9%) e al fegato (17%). Valori che raddoppiano con 20 grammi di etanolo, triplicano con 30 grammi e via dicendo.
L’Agenzia Internazionale per la ricerca sul cancro (IARC) ha classificato l’etanolo come cancerogeno del gruppo 1 (sostanza sicuramente cancerogena). Inoltre, l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ha dichiarato che non esiste una dose esente da rischi per la salute e che questo aumenta in maniera proporzionale con le dosi consumate e in maniera indipendentemente dal tipo di bevanda alcolica consumata (vino, birra, superalcolico).
Un altro mito da sfatare è che il consumo di vino possa essere giustificato dal suo apporto di antiossidanti. Il contenuto di queste sostanze è in realtà estremamente ridotto, specie se paragonato a quello di etanolo. Molto più indicato è invece l’apporto di sostanze antiossidanti, come i polifenoli, utilizzando alimenti, integratori alimentari e succhi vegetali che, non contenendo alcol, limitano gli effetti nocivi dell’etanolo.
Per i motivi descritti, non è possibile stabilire una quantità esente da rischi per la salute ed è per questo che viene definito “consumo a basso rischio” quello non superiore a un bicchiere al giorno per le donne adulte e gli anziani e di due bicchieri per gli uomini adulti.