Biologico: sogno o realtà?

Il Biologico (o Bio) è universalmente apprezzato, come concetto, ma la sua applicazione presenta ancora molti limiti. Una strategia a metà strada tra l’approccio biologico e quello tradizionale potrebbe essere vincente ma necessita di un cambio nelle nostre scelte alimentari e stile di vita, di una riduzione degli sprechi e di un maggiore rispetto per l’ambiente.

L’agricoltura e l’allevamento biologici vogliono essere un approccio volto a minimizzare il più possibile l’impatto sull’ambiente, creando un’economia rispettosa e sicura. Gli studiosi ipotizzano che l’agricoltura biologica sia maggiormente in grado di adattarsi ai cambiamenti climatici, grazie all’utilizzo di specie più resistenti e più adatte all’ambiente in cui si trovano. L’agricoltura e l’allevamento biologico sono regolati da leggi dell’Unione Europea che definiscono le linee guida da rispettare e prevedono organismi di controllo al fine di verificarne l’attuazione.

Alcune delle caratteristiche del biologico sono:

  • Rotazione delle colture, in modo da limitare l’impoverimento del suolo;
  • Restrizioni rigorose sull’uso di pesticidi chimici, fertilizzanti sintetici e antibiotici;
  • Maggiore sfruttamento delle risorse già disponibili in loco (letame come fertilizzante e produzione di mangime direttamente in azienda);
  • Utilizzo di specie animali e vegetali che meglio si adattano e resistono all’ambiente e agli agenti patogeni presenti;
  • Coltivazione all’aperto e alimentazione con foraggi biologici;
  • Utilizzo di pratiche agricole etiche;
  • Biodiversità.

Nonostante le nobili basi dell’agricoltura e dell’allevamento biologico, la sua applicazione è spesso contestata. Il limite maggiore del biologico è dato dalle basse rese (fino ad un terzo inferiori all’agricoltura convenzionale) che richiede un incremento tra il 16% e il 33% del suolo agricolo da utilizzare. Questo comporta un aumento dell’erosione del suolo di circa il 20%, a scapito delle aree boschive. Inoltre, se è vero che l’agricoltura biologica ha un minor impatto ambientale per unità di area coltivata, quello per unità di prodotto ottenuto può addirittura diventare maggiore di quello con coltura convenzionale. Ad esempio, se per alcuni prodotti la coltura biologica diminuisce l’emissione di gas serra (olive e bovini), per altre tipologie di prodotto l’emissione può addirittura essere superiore (cereali, suini e latte). Va inoltre sottolineato che l’approccio biologico porta con sé maggiori rischi in termini di sicurezza alimentare e di perdita potenziale di interi raccolti e allevamenti legati ad eventi ambientali e parassitari.

Gli esperti concordano nell’affermare che c’è bisogno di superare gli attuali limiti presenti nell’approccio biologico cercando di (1) migliorare il controllo sulle malattie, sui parassiti e sulle erbe infettanti così da diminuire il rischio di perdita dei prodotti; (2) ottenere, tramite incroci, specie di piante e animali con caratteristiche che li rendano più adatti alle condizioni dell’ambiente circostante, così da aumentare le rese; (3) sviluppare tecnologie che permettano di incrementare gli apporti di nutrienti ai terreni biologici, così da limitare l’impatto sull’erosione dei suoli.

Una totale conversione all’agricoltura e all’allevamento biologico non è oggi attuabile. Secondo una recente pubblicazione, apparsa sulla rivista scientifica “Nature Communications”, sarebbe possibile sostituire la produzione agricola convenzionale con quella biologica per una quota massima del 60% senza che gli svantaggi superino i vantaggi. Ma questo sarebbe fattibile solo a condizione che si introducano drastici cambiamenti nelle abitudini alimentari della popolazione, riducendo innanzitutto gli spechi di cibo ed il consumo di carne.

Trovare una strategia a metà strada tra l’approccio biologico e quello tradizionale potrebbe essere ciò di cui abbiamo bisogno. La continua crescita del mercato del biologico ha evidenziato il maggior interesse dei cittadini sul per questo tipo di coltura a scapito delle tecniche tradizionali, cambiamento motivato dalla maggior consapevolezza dell’immediata necessità di salvaguardare ambiente e salute. Purtroppo, la strada sembra ancora molto lunga e tortuosa. Con le nostre scelte alimentari, il nostro stile di vita, la riduzione dello speco e il rispetto dell’ambiente, siamo tutti parte di questo cambiamento. Sono spesso piccoli gesti che permettono di ottenere grandi cambiamenti.

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