L’Artrite Reumatoide è una malattia infiammatoria autoimmune che colpisce circa l’1% della popolazione. Molti studi recenti hanno dimostrato come l’esercizio fisico possa apportare notevoli benefici. Tuttavia, la sua programmazione è di cruciale importanza. Vediamo alcuni consigli.
L’Artrite Reumatoide (AR) è una malattia infiammatoria autoimmune cronica e progressiva che porta alla degenerazione articolare e colpisce circa 1% della popolazione adulta, in particolar modo il sesso femminile (rapporto donna/uomo 3:1) e maggiormente nella fascia di età 40-60 anni.
I sintomi sono dolore, gonfiore e rigidità nel movimento con progressiva perdita della funzionalità delle articolazioni coinvolte. Quelle maggiormente colpite sono le piccole articolazioni a livello di mani, piedi, polsi, spalle, ma anche gomiti, ginocchia e caviglie. Sintomi che si aggiungono a quelli articolari sono indolenzimento muscolare, stanchezza, febbre, perdita di peso, rash cutaneo.
I tipici fattori predisponenti non modificabili al AR sono la genetica, il sesso (femminile) e fattori ormonali mentre i fattori ambientali sono il fumo di sigaretta, fattori socioeconomici, agenti di natura infettiva e l’obesità. Al contrario, tra i fattori protettivi ritroviamo la dieta mediterranea e in generale un pattern alimentare ricco di pesce, olii vegetali e verdura.
Uno degli aspetti più controversi del trattamento dell’artrite reumatoide è l’attività fisica e lo sport. Sebbene l’esercizio fisico potrebbe sembrare un’indicazione sbagliata per i malati di AR, molti studi hanno osservato un grande beneficio dal movimento. Un’analisi portoghese ha evidenziato come un programma di 3 mesi che prevedeva un connubio di esercizi aerobici e di potenziamento, condotto per 50-60 minuti per tre volte la settimana, risultava apportare benefici psicofisici dei soggetti con AR, stabilizzandone la progressione della patologia. Il 33% ha avuto un miglioramento della mobilità fisica e nell’abilità di mangiare, vestirsi e camminare da soli. Inoltre, il 62% dei pazienti ha riportato una riduzione dei trattamenti antiinfiammatori e antidolorifici, mentre il 32% aveva totalmente interrotto la terapia farmacologica. In aggiunta, il 40% dei pazienti ha mostrato un miglioramento degli stati d’ansia e depressione.
Come scegliere l’attività fisica più idonea in un paziente con AR?
- La prima regola è la “personalizzazione”. Ogni individuo ha le proprie caratteristiche e quello che va bene per uno non è detto che vada altrettanto bene per un altro;
- Evitare qualunque attività che comporti un sovraccarico intenso e/o prolungato sull’articolazione che risulta infiammata;
- Evitare carichi ripetuti e/o intensi a livello delle articolazioni che presentano danneggiamento, anche quando non infiammate;
- Selezionare l’attività da svolgere tenendo presente che alcune di queste gravano in maniera particolare su specifiche articolazioni;
- In caso di aggravamento della sintomatologia, sospendere temporaneamente l’attività fisica, aspettando che il problema rientri fisiologicamente, evitando l’assunzione di antidolorifici e antinfiammatori pur di riprendere lo sport.
Nonostante i forti dolori e la stanchezza portino il soggetto a preferire una vita sedentaria, il regolare e controllato lavoro aerobico associato ad esercizi di rafforzamento possono risultare estremamente vantaggiosi, riducendo la perdita di massa ossea, tonificando i muscoli, mantenendo in funzione le articolazioni e aiutando a controllare il dolore. Il consiglio che come sempre ci sentiamo di dare è quello di pianificare la propria attività fisico-sportiva con uno specialista, così da massimizzare gli effetti positivi sulla propria salute ed evitare di danneggiare ulteriormente le articolazioni coinvolte.